Sulla Rete non è raro imbattersi in scritti che paiono usare le parole non per costruire un dialogo bensì per intorbidire le acque, spesso appellandosi a una autoironia che non può mai sollevare dalla responsabilità di motivare e pesare le proprie affermazioni.
Questa impressione l’ho avuta leggendo l’articolo “Il problema delle radio sono i radioamatori” presente sul sito PMR446italia.com, al quale vorrei qui replicare iniziando dal chiarire quale sia la natura dei servizii di Radioamatore
e PMR446
sotto il profilo pratico e giuridico.
Il servizio di Radioamatore #

Ricetrasmittente radioamatoriale da base per le onde corte.
Chi sono i radioamatori? #
Illuminanti sono le parole usate dalla Conferenza Europea delle amministrazioni delle Poste e delle Telecomunicazioni:
In the ITU Radio Regulations, Article 1.56, defines the amateur service as “A radiocommunication service for the purpose of self-training, intercommunication and technical investigations carried out by amateurs, that is, by duly authorized persons interested in radio technique solely with a personal aim and without pecuniary interest”.
Certain minimum operator operational and technical qualifications are necessary for proper operation of an amateur or amateur-satellite station as specified by ITU Radio Regulations, Article 25.6, with basic syllabus provided by Recommendation ITU-R M.1544.
L’Articolo 1.56 delle Norme ITU sulla Radiocomunicazione definisce il servizio amatoriale come “Un servizio di radiocomunicazione per scopi di autoformazione, intercomunicazione e indagini tecniche condotte da amatori, ossia da persone debitamente autorizzate, interessate alla tecnologia radio esclusivamente per scopi personali e senza fini di lucro”.
Per operare correttamente presso una stazione radioamatoriale o amatoriale-satellitare sono necessarie determinate competenze operative e tecniche minime, come specificato nell’Articolo 25.6 delle Norme di Radiocomunicazione dell’ITU, secondo il programma di base fornito dalla Raccomandazione ITU-R M.1544.
– CEPT. RADIO AMATEURS, Background and Definitions, https://cept.org/ecc/topics/radio-amateurs
Ne deriva che il fine dell’attività radioamatoriale è quello di attuare sperimentazioni radiotecniche, accrescere le proprie competenze riguardo le tecnologie radio e di mettere a disposizione della collettività queste competenze quando necessario (vedasi per es. le attività di ARI-RE o la Rete Zamberletti.)
Questa attività è regolata da norme e leggi nazionali e sovranazionali.
Dopo aver sostenuto un esame ministeriale Il radioamatore acquisisce particolari diritti, doveri e responsabilità; per esempio il radioamatore gode della possibilità di fare uso di apparecchiature esenti dal rispettare taluni regolamenti (vedasi Immissione sul mercato di apparecchiature radio, Allegato I - Apparecchiature non contemplate dalla presente direttiva.)
Il radioamatore è uno sperimentatore, non un mero utilizzatore!
Il servizio PMR446 #

Un radio palmare PMR446 economica e omologata.
A differenza di quello radioamatoriale, quello PMR446 è un servizio di comunicazione ad uso privato e collettivo che non richiede licenza ma che prevede l’obbligo di fare uso di apparati omologati a questo scopo.
Anche in questo caso risulta utile citare le Decisioni CEPT e il Codice delle comunicazioni elettroniche
PMR 446 is intended to operate on collective frequencies shared by many users on an uncoordinated basis.
The equipment uses integral antennas only in order to maximise sharing and minimise interference.
PMR446 is intended for voice communications.
The PMR 446 radio application is intended for radio communications with transmission and reception taking place on the same channel (single frequency, simplex traffic). The radio equipment is designed to be usedwithout the need to have any technical qualifications.
PMR 446 radio equipment is exempted from individual licensing and anyone can use the radio equipment without any prior individual permission from the administration.
Il sistema PMR 446 è destinato a operare su frequenze collettive condivise da più utenti in modo non coordinato. Le apparecchiature devono utilizzare antenne integrate per massimizzare la condivisione e ridurre le interferenze. Il sistema PMR 446 è progettato per comunicazioni vocali.
L’applicazione PMR 446 è destinata alle comunicazioni radio con trasmissione e ricezione sulla stessa frequenza (traffico simplex). Le apparecchiature radio devono essere progettate per essere utilizzata senza la necessità di qualifiche tecniche. Gli utenti sono esentati da licenze individuali e possono utilizzare l’apparecchiatura senza autorizzazioni specifiche dalle amministrazioni preposte.
– CEPT/ERC (98)25 del 1998: The harmonised frequency band to be designated for analogue PMR 446, https://docdb.cept.org/download/2267
apparato tipo PMR 446, apparato per comunicazioni a breve distanza operante su frequenze collettive nella banda 446,0 - 446,1 MHz e conforme allo standard ETSI EN 300 296 o equivalente, per il cui impiego non è richiesta alcuna qualificazione tecnica da parte dell’utilizzatore.
– D. lgs. 1 agosto 2003, n. 259, Allegato 25, Art. 8, paragrafo l.
Inoltre sempre il Codice delle comunicazioni elettroniche assimila l’attività PMR446 a quella svolta in Banda Cittadina (CB), la quale ricade nel regime di libero uso, il quale esclude:
la possibilità di chiamata selettiva e l’adozione di congegni e sistemi atti a rendere non intercettabili da terzi le notizie scambiate; sussiste il divieto di effettuare comunicazioni internazionali e trasmissione di programmi o comunicati destinati alla generalità degli ascoltatori.
Ne derivano alcune importanti considerazioni #
-
l’utente del servizio PMR446 è un UTILIZZATORE e ad esso non è richiesto di disporre di competenze o interesse in campo radiotecnico.
-
Il servizio nasce per fornire al cittadino una soluzione di comunicazione radio a breve raggio (per es. in situazioni di cantiere edile, campeggio, ristorazione, ecc.), da qui ne deriva anche il limite di potenza di 0,5W.
Il fine è lo scambio di messaggi, non il mezzo per attuare questo scambio (le radio PMR446 nello specifico.)
Benché i servizi di radioamatore e quello PMR446 condividano l’uso di ricetrasmittenti, essi hanno natura differente perché differenti sono gli scopi per i quali sono stati concepiti e regolati dal legislatore.
Ciò naturalmente non preclude ad un utente PMR446 di appassionarsi alla radiotecnica e decidere di intraprendere il percorso per divenire radioamatore, come spesso accade.
Sulla realtà radioamatoriale #
Molte sono a mio avviso le considerazioni faziose e approssimative riportate nell’articolo indicato in apertura, di seguito vorrei esaminare in maniera puntuale quelle più significative.
I radioamatori si lamentano che i giovani non si avvicinino più alla radio con passione e interesse. Ma, oh sorpresa, sembra che siano proprio loro, i custodi del microfono, a non fare molto per essere accoglienti.
L’Associazione Radioamatori Italiani conta sul territorio nazionale numerose Sezioni, ciascuna dedita alla promozione delle attività radioamatoriali secondo le proprie risorse.
Entrare in contatto con queste realtà mossi dal desiderio di imparare significa sempre trovare la porta aperta, al netto di eventuali incompatibilità personali, per divenire radioamatori e contribuire alla vita associativa secondo le proprie inclinazioni personali.
Prendiamo “Zello“, per esempio: un’app che trasforma il tuo telefono in una sorta di walkie-talkie, potenzialmente una manna dal cielo per attirare nuovi appassionati.
Zello ha la capacità di avvicinare al radiantismo tanto quanto possono averla applicazioni quali WhatsApp, Telegram, ecc. Scrivere diversamente significa non comprendere a fondo quali siano le competenze tecniche necessarie per operare una stazione di radioamatore.
[…] ottenere la patente di radioamatore sembra richiedere più studio di quanto sia effettivamente necessario per l’uso che se ne fa oggi. Qui non si tratta di non voler imparare; si tratta di rendere l’accesso meno arduo per chi vuole semplicemente esplorare un hobby, in regola, senza dover prima diventare un esperto elettrotecnico.
L’accesso alla licenza avviene superando un esame ministeriale il cui programma tratta a livello base di radiotecnica, leggi e procedure operative: il minimo sindacale necessario ad assumersi le responsabilità di cui ho parlato più sopra.
Come potrebbe essere meno “arduo” di così l’accesso? Forse rimuovendo del tutto l’esame come vorrebbe chi è insofferente allo studio e alle regole? Il servizio PMR446 già offre, per come strutturato, una via divertente ed economica per esplorare l’hobby della radio!
C’è pure chi vorrebbe far “re-introdurre” l’esame di Alfabeto Morse… Ehmmm… sai perché l’hanno tolto? Perche negli ultimi anni si ritrovavano intere sessioni di esame vuote, prive di partecipanti. Perché la gente è pigra? No… perché i tempi sono cambiati. O vogliamo re-introdurre la necessità di imparare a cavalcare per poter prendere l’esame dell’automobile?
La rimozione della prova di ricezione in Morse ha seguito l’abbandono di questo modo di trasmissione da parte del mondo professionale, mentre l’affermazione sulle “sessioni di esame vuote” è priva di fondamento.
L’autore dell’articolo invece dimentica come la telegrafia sia ancor oggi assai praticata e apprezzata per la sua capacità di permettere collegamenti spesso impossibili con altri metodi; ciò grazie alla ristretta larghezza di banda e alla capacità del cervello di riconoscere i segnali Morse anche in condizioni di forte rumore di fondo.
Ma sai qual è la cosa buffa? Che molti radioamatori sanno costruirti un’antenna, sanno tutto su impedenze, resistori, armoniche ecc… Ma poi non sanno programmare una radio, usare il menù della stessa o installare ed usare il software sul computer per programmarla perché ha un firmware o tecnologia “moderna”.
L’uso del software di una radio o di un computer (uso a cui immagino l’autore intenda riferirsi utilizzando erroneamente il termine “programmare”) non è parte del programma dell’esame ministeriale, per motivi facilmente immaginabili.
Ogni radioamatore inoltre è libero di sperimentare secondo le proprie inclinazioni e risorse, non tutti i radioamatori sono “nativi digitali” o hanno avuto modo di acquisire particolari competenze in ambito informatico.
Ciò che è importante è il mutuo scambio di competenze, perché una stazione radio è composta tanto dal software quanto dall’hardware.
Molti ad ogni modo sono i radioamatori particolarmente capaci in fatto di sviluppo software. Caso celebre è quello del premio Nobel Joe Taylor - K1JT, sviluppatore di famosi protocolli di comunicazione digitale.)
Ho adirittura visto dei radioamatori patentati che non sanno programmare una radio PMR!
Le radio PMR446 omologate non necessitano di essere programmate in quanto escono di fabbrica con i canali (le frequenze) già impostate e non modificabili.
Una radio che sia programmabile nelle frequenze è una radio legalmente non utilizzabile in banda PMR446, quindi non si comprende la sostanza della recriminazione.
Ed indovinate un pò perché quella banda (PMR446 ndr) si sta popolando? Forse perché è più facile accedervi dopo il decreto semplificazione?
No. Il “decreto semplificazione” ha soltanto rimosso l’obbligo di versare un modesto canone annuale di 12 € che rappresentava un unicum nel panorama europeo, obbligo che risultava misconosciuto ai più e che non ha mai rappresentato un ostacolo all’uso degli apparati PMR446 o CB.
E guai a dire che hai cambiato l’antenna al PMR (certi modelli lo permettono) o che ti sei procurato una PMR Veicolare: la legge è chiara, sono dispositivi fuori norma e quindi sei un delinquente e meriti gli insulti pubblici. Ma solo se li usi eh! Perché il possesso è consentito… è l’uso che è vietato… Infatti li vendono e li puoi acquistare regolarmente.
E se io ce l’ho in auto (il veicolare) o in mano (il PMR con l’antenna modificata) significa che lo sto usando? Ehmmm… no…. Esattamente come non mi mettono la multa se sto seduto dentro un’automobile ferma anche se sono senza patente e gli ho messo la marmitta non omologata.
La legge appunto è chiara. Inoltre sono contestabili le conclusioni alle quali giunge l’autore del passaggio, anche alla luce delle difficoltà nel dimostrare che un apparato radio non sia “pronto all’uso”, come illustrato nell’articolo che segue:
Ciò non evita una possibile multa se il controllore di turno ti coglie con le mani sulla marmellata mentre usi la radio in questo modo (tuttavia ormai si rendono conto pure loro dell’idiozia della cosa visto che comunque stai trasmettendo su bande dove hai la libertà di farlo), ma non giustifica o autorizza qualcuno a diventare lo “sceriffo della contea” per accusare chi – comunque – sta trasmettendo sulle frequenze libere.
La “libertà” di trasmettere in banda PMR446 è indissolubilmente legata dalla legge all’uso di apparati omologati per questo scopo.
Inoltre non esistono “frequenze libere” perché non vi sono porzioni di spettro radio per le quali non siano stati individuati un Servizio, un Gestore o un Utilizzatore!
Infine avvisare i neofiti sull’illegalità di taluni comportamenti non è fare lo “sceriffo della contea”, bensì dimostrazione del senso civico e di responsabilità che dovrebbe contraddistinguere ogni cittadino.
È solo questione di tempo, qualche sentenza che da ragione a chi viene multato, che fa giurisprudenza, e poi tutti potremmo fare quello che di fatto già facciamo.
Se fare ciò che “già facciamo” significa proseguire a trasmettere illegalmente in banda PMR446 con apparati radioamatoriali, oppure fuori banda, allora mi sentirei di smorzare queste speranze in sentenze che siano in contrasto con le chiare norme in vigore.
Conclusioni #
-
No, “il problema delle radio” non sono i radioamatori. Eventuali problemi risiedono sempre negli utilizzatori, sopratutto in quelli estranei alla comunità radioamatoriale e insofferenti alle regole di gestione del bene comune.
-
Lo
spettro radio
è una risorsa naturale finita gestita attraverso licenze definite dalle autorità nazionali e sovranazionali (in Italia il riferimento in tal senso è il PNRF, Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze).
Le regole di gestione dello spettro radio servono dunque non a creare privilegi, ma proprio a garantire a tutti i cittadini la possibilità di accedere a questo bene comune potendo anche fare sperimentazione, a patto di dimostrare di avere le competenze minime utili a esercitare la responsabilità richiesta (al pari di come avviene con la Patente di guida.) -
Le bande radio CB e PMR446 offrono un modo semplice ed economico per iniziare ad affacciarsi in piena legalità al mondo della radio, sia per comunicazioni a breve raggio (PMR446) sia a lunga distanza (CB). Un eventuale ottimo “trampolino” al percorso per divenire radioamatori!
Articolo aggiornato in data 15 aprile 2025.